Firenze, Stadio A. Franchi: 25-09-2001

 

Concert ticket

 

CD Bootleg

This bootleg is a streaming broadcast
from the internet, is from medium to good quality
as streaming quality was in those days!

CD 1 (73m00)

- C'e chi dice no
- Stendimi
- Quel vestito semplice
- Ieri ho sgozzato mio figlio
- Io ti accontento
- Stupendo
- Colpa d’Alfredo
- Sono ancora in coma
- Tu vuoi da me qualcosa
- La nostra relazione
- Canzone
- Standing ovation
- Ti prendo e ti porto via
- Perché non piangi per me
- Io no
- Siamo soli

CD2 (55m26)

- Sally
- Gli spari sopra
- Delusa
- Canzone generale
- Stupido hotel
- Bollicine
- Rewind
- Vivere
- Ridere di te
- Albachiara

 

 

 

 

 

 

 

Repubblica — 26 settembre 2001 pagina 11

Il silenzio, poi l' applauso per New York

Musica per tutto il pomeriggio. Rock duro, roba anni Settanta. La gente che grida, che lancia cori contro Cecchi Gori mentre in tribuna d' onore prendono posto alcuni giocatori della Fiorentina: Adani, Baronio, Torricelli. Nel campo i fedelissimi si stringono sotto il palco, ma possono muoversi con libertà, respirare: per la prima volta a Firenze ieri è stata sperimentata una transennatura anzi, una vera e propria «recinzione» riservata a tremila fan scatenati, ai primi arrivati; è ispirata al «cuore» inventato dagli U2 nell' ultimo tour. Ci sono 35 mila persone, allo stadio che vorrebbero Vasco sul palco già a metà pomeriggio, al grido di «olè olè olè Vasco» mentre i maxischermi sul palco proiettanto i messaggini sms che i fan possono mandare a un numero speciale. Poi le luci fredde del Franchi si spengono. Buio, solo gli accendini e i cuoricini che ondeggiano nel campo, sulle gradinate. Diego Spagnoli, collaboratore di Rossi, sale sul palco mentre i fari sono puntati sul pubblico: chiede un minuto di silenzio per le vittime dell' attentato alle Twin Towers. In realtà sono pochi secondi, perché scroscia un applauso fragoroso, sincero. C' è chi, nelle tribune, si alza in piedi. Poi, l' altro coup de theatre: partono le prime note di «C' è chi dice no», sommerse dalle grida e dagli applausi; sugli schermi laterali del palco scorre il testo della canzone ed è karaoke per 35 mila. Le scritte rosse illuminano un pubblico che tira fuori tutta la voce che ha in gola. Non c' è niente di divistico in questo no alla violenza e Vasco lo schivo, lo scontroso, si tiene in disparte: rimane dietro le quinte e lascia la parola all' urlo di migliaia di persone contro un' umanità sfregiata, ferita a morte. Poi eccolo: sulle note di «Stendimi», jeans, cappellino militare, spolverino di pelle e maglietta nera, Vasco gongolando su una passerella in fondo al palco, a metà strada tra discotecona e studio televisivo, tutto lampadine rosse. Arrivano «Quel vestito semplice», «Ieri ho sognato mio figlio», «Io ti accontento» con un rap imbarazzante, ed è una sarabanda di chitarroni sentitissimi, poco originali. Per i brividi bisogna aspettare «Colpa d' Alfredo» e poi il rush finale con «Bollicine», «Vivere», «Vita spericolata», «Albachiara»: poche emozioni per la verità in una scaletta che predilige il nuovo Rossi, quello d' ispirazione non felicissima. I giovanissimi (sono la maggior parte) si accontentano, è il Vasco che vogliono. Ma che fine ha fatto Blasco?
- MICHELE BOCCI FULVIO PALOSCIA