Torino, Palastampa: 12-04-1996

Corriere della Sera— 14 aprile 1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


La Stampa— 13 aprile 1996

 

Repubblica — 13 aprile 1996 pagina 39 sezione: SPETTACOLI E TV

PARTE VASCO ED E' SUBITO ROCK

TORINO - Il rito del rock si è compiuto: ieri sera dal Palastampa di Torino ha preso il via il nuovo attesissimo tour di Vasco Rossi. Più di diecimila persone hanno applaudito, cantato, assecondato per quasi tre ore il ritorno del guerriero. E Vasco è stato all' altezza della sua fama: un' attesa di quasi due anni è stata ricompensata da una lunga lista di canzoni, vecchie e nuovissime; un guerriero molto coraggioso, che non ha paura di cantare dal vivo tutti i brani del nuovo disco ' Nessun pericolo... per te' , tranne uno: Marea, che dice di aver voluto escludere "per scaramanzia". E il concerto è iniziato come il disco: con Un gran bel film, ed è andato avanti, con momenti più caldi e altri meno incalzanti; anche se c' è da dire che dal vivo i brani più pacati (uno per tutti proprio Nessun pericolo) acquistano una nuova e più forte energia. Torino ha risposto all' appello del rock, facendo registrare all' organizzatore (che dal 1984 è Enrico Rovelli) il primo dei dieci "tutto esaurito". Il nuovo tour di Vasco sarà diviso in due parti: la prima, che andrà avanti fino al 7 maggio, si svolgerà nei palasport. Il 4 maggio sarà al Velodromo di Palermo. Dieci concerti in tutto, per i quali non c' è stata affissione di manifesti nè pubblicità, e i biglietti sono andati esauriti nelle prime giornate (alcuni nelle prime ore) di prevendita. La seconda parte del tour toccherà invece gli stadi, alcuni dei quali hanno una capienza di 60 mila persone: il 15 giugno San Siro, il 18 sarà aperto per la prima volta al rock il Ferraris di Genova, poi il 21 le Alpi di Torino, il 24 lo stadio di Reggio Emilia e il 27 l' Olimpico di Roma. Altre date sono in via di definizione. Un palco essenziale, aperto ai lati (per permettere di vedere anche dai posti meno strategici), con casse sospese, quattro torrette di tubi di metallo alle spalle e un telone sul quale sono proiettati colori diversi; sulla platea si stendono quattro raggi che sorreggono un' infinità di luci: ed è proprio la cura particolare data alla luce che fa del nuovo concerto di Vasco uno spettacolo potente anche visivamente. Neanche il pubblico ha deluso le aspettative: un centinaio di resistenti era accalcato ai cancelli sin da ieri mattina, aspettando Vasco e godendosi un primo assaggio d' estate. Tutti giovanissimi, si sono mantenuti in buona salute, nonostante il caldo, giocando a pallone e rivisitando per ore il repertorio di Rossi: la più gettonata è stata Vado al massimo, il coro un po' sgangherato, ma entusiasta. Si sono persi però uno striscione srotolato da chissà chi all' interno della sala e riarrotolato nel primo pomeriggio, durante le prove del suono, prima che il pubblico entrasse. Diceva: "Né Zucchero, né Jovanotti, né quel panzone di Pavarotti". In compenso il primo (fatto con i titoli delle nuove canzoni) ad essere srotolato in platea è stato: "Vasco, nessun pericolo per te, noi non ti escludiamo". Era opera di Jimmy e Fulvio, fierissimi: erano davanti al Palastampa alle 8 e mezzo della mattina.
- LAURA PUTTI

 

Il Tirreno 14-04-1996

 

Nazione 14-04-1996

 

Repubblica — 14 aprile 1996 pagina 39 sezione: SPETTACOLI E TV

VASCO: BASTA CON LA VITA SPERICOLATA TORINO

Vasco parla ai giovani, Vasco è uno dei pochi (o tanti?) messia del nostro secolo, Vasco è l' alternativa ai dibattiti elettorali, alle caramelle televisive, ai Sanremo riproposti in tutte le salse. Vasco sale sul palco senza dire una parola: il messia non parla mai ai suoi fedeli, loro lo seguono a prescindere. E il dibattito nel sudato parterre del Palastampa di Torino, dal quale venerdì scorso ha preso il via il tour di Rossi, si fa acceso. Sandro e Gea contro tutti. Loro seguono il carrozzone di Vasco Rossi da almeno quattro anni. Si fanno tutti i concerti del nord. Sandro ha 25 anni, Gea 29. Lei ha un bambino che ha lasciato a Milano e che ritroverà tra una settimana. Lui si è preso le ferie. Sandro e Gea hanno già visto i due concerti svizzeri, meno affollati delle abbondanti diecimila persone del Palastampa, con i quali Vasco ha rodato il suo spettacolo. La voce si diffonde presto: lì in platea ci sono due che dicono che Vasco non è più come un tempo. Il dibattito è accesissimo. "Che vuol dire che era meglio ' Gli spari sopra' ? ' Nessun pericolo...' è nato da due anni di sofferenza, naturale che sia più calmo" dice un ragazzotto già sudatissimo. "Non ho detto che non mi piace, anzi, mi piace moltissimo, dal vivo è sempre grande. Però mi pare che non riesca a trovare una strada, forse ci vorrà del tempo" dice Gea. Lo seguirete ancora? "E chi lo molla? Chi se non lui può parlare per noi?". E lui, il vate, sale sul palco alle nove e un quarto. Attacca con Un gran bel film, e canta: "In questo mondo di fenomeni, di gente pronta a uccidersi, io un fucile ce l' ho, lo tengo sotto il letto". Niente violenza, ragazzi, però se ci provocano... Canta di cose dure da vivere, "Però io perderò questa partita qui, lo so finirà così...", del sopportato, "Mi ricordo che mi si escludeva, dicevano che qui c' era poco posto... ma sono ancora qui", e di quello che ancora c' è da sopportare, "Quello che so è che dentro di me non risucirò più a rimanere stabile". Canta di Sally "già punita per ogni sua distrazione o debolezza", e delle altre: Non appari mai, Delusa, poi le vecchie Colpa d' Alfredo, Va bene, va bene, La noia, C' è chi dice no, Gli spari sopra fino a Gli angeli, la pensosa canzone del nuovo disco della quale vedremo presto il video girato da Roman Polanski. Vasco e la band sono vestiti di nero. Nero il palco, con torrette metalliche e un impianto luci questa volta veramente curato. Alla sua destra Massimo Riva, chitarra dalla straordinaria presenza scenica, che però stavolta, forse per lasciare più spazio a Steve Burns, è un po' arginato e fa giri concentrici come Napoleone a Sant' Elena. Burns, chitarra rock già tra le fila di Alice Cooper, gilet di pelle nera su torso nudo, si lancia in assoli tostissimi e pose plastiche a centro palco. Vasco corre meno del solito, esibisce ogni tanto la sua famosa andatura laterale da granchio, sembra molto concentrato. Nell' area vip lo applaudono un po' di Juventus, con Tacconi in testa, poi Alberto Tomba, il collega Biagio Antonacci. Il concerto finisce in gloria con i grandi successi di un tempo: Fegato spappolato, Bollicine, Vivere, Siamo solo noi che diventa Siete solo voi, quasi a indicare il passaggio del testimone, Vita spericolata, Non siamo mica gli americani e una splendida Albachiara di forte sapore rock. In camerino Vasco, in accappatoio bianco dello yacht club di Portofino, non sembra stanco. Che cosa è successo? Si è chiamato fuori? "Sono diventato disciplinato, ho 44 anni, e allora canto ' siete solo voi' . D' altronde sono i capi della rivoluzione che seguono il loro popolo, non il contrario, come invece sembrerebbe". E la vita spericolata? "E' una bella fotografia del passato, è un momento che mi piace ricordare". Allora il futuro è la via acustica tracciata da Springsteen. "Può darsi, ma per ora non ci penso. Il Boss doveva riconciliarsi con se stesso e con il suo pubblico. A me le emozioni ancora non mancano".
- di LAURA PUTTI

 

 

 

 

 

La Stampa— 10 aprile 1996