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Playlist
- un gran bel film
- cosa vuoi da me
- ieri ho sg. mio figlio
- la nostra relazione
- ogni volta
- gli angeli
- domenica lunatica
- dimentichiamoci questa città
- vivere senza te
- anima fragile
- colpa del whisky
- ad ogni costo
- interludio
- sono ancora in coma
- delusa
- quanti anni hai
- stupido hotel + presentation band
- un senso
- deviazioni
- gli spari sopra
- il mondo che vorrei
- sally
- dillo alla luna
- incredibile romantica
- hai ragione tu
- ridere di te
- occhi blu
- senza parole
- vita spericolata
- canzone
- albachiara
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Review
Corriere Adriatico 17-10-2009
p.19:
Canta
Vasco e accende l’emozione
In seimila al PalaRossini per la prima
data dei quatto concerti in programma ad Ancona
Ancona Quello di Vasco non è un concerto
come gli altri. Si sa. Ma viverlo è un’altra cosa.
“E’ meglio viverla” lo dice anche lui. E quando il
Blasco, si proprio lui, entra sul palco senti tutta
l’emozione del concerto. Che diventa il terremoto
del sussulto dei seimila del PalaRossini. Alla prima
delle 4 date anconetane, tutte sold out, Vasco si
presenta davvero carico. Un mega palco, anche se siamo
nella tournée dei palazzetti l’impatto è fortissimo,
da stadio: un fondale di led, quattro gabbie che cariche
di luci che calano a comando sulle teste di pubblico
e musicisti, ed una pedana idraulica che si spinge
fino al centro della struttura. Si comincia con Un
gran bel film, alla quale seguono Cosa vuoi da me
e Ieri ho sgozzato mio figlio, per continuare poi
con La nostra relazione, ripescata addirittura da
Cosa vuoi che sia una canzone... del '78, Ogni volta,
Gli angeli e Domenica lunatica. Poi il Blasco annuncia
la mia nuova canzone e parte 'Ad ogni costo', rifacimento
di 'Creep' dei Radiohead, già conosciutissima e cantata
da tutti. E’ un Vasco decisamente rock quello della
prima parte del concerto, con qualche intermezzo melodico:
Delusa, Stupido hotel, Un senso, Deviazioni e Il mondo
che vorrei.
Ma il bello deve ancora arrivare, momento
clou del concerto: si abbassano le luci in scena e
il rocker di Zocca si presenta solo, sulla pedana
che raggiunge l'esatto centro dell'arena, con una
chitarra acustica. Questo è un esperimento, spiega
lui alla folla: Voglio farvi vedere come nascono le
mie canzoni. L'attacco e su Sally, eseguita assolutamente
unplugged. Da anni non vedevamo Vasco suonare la chitarra
sul palco, da solo per giunta. Si continua sullo stesso
tono ma in crescendo: subito dopo arriva Dillo alla
luna, sull'esecuzione della quale si innesta un'altra
chitarra acustica, per poi finire con Incredibile
romantica suonata - sempre in chiave intimista - con
l'apporto di tutta la band. Che come sempre è impeccabile,
rocciosa, con i due chitarristi Maurizio Solieri e
Stef Burns, Claudio Golinelli al basso, Alberto Rocchetti
alle tastiere, Andrea Innesto sax e cori, Matt Laugeh
alla batteria, Frank Nemola alla tromba e Clara Moroni
ai cori. Un sound decisamente internazionale, adatto
a un pubblico europeo e una scaletta studiata su misura
per il ritorno nei palazzi dello sport con un clima
che mette insieme nello stesso tempo una dimensione
teatrale e la forza di impatto cui ci ha abituato
negli stadi. La parte più nuova è comunque quella
finale che ci restituisce in qualche modo il Vasco
delle origini e che, come da tradizione, conclude
il concerto con un’irrinunciabile Albachiara.
Stasera, mercoledì 21 e giovedì 22 si
replica.
MARCO CHIATTI
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