Bagnoli (Na), Neapolis live festival: 12-07-1997
Bootleg
The concert has been registrated by
someone in the crowd.
Quality of the registration is "medium".
Unfortunately the bootleg is not a complete
registration of the concert, some parts are missing.
CD 1 (42m39)
- Announcement Vasco Rossi (0m27)
- Sballi ravvicinati del terzo tipo (3m51)
- Un gran bel film(4m16)
- Practicamente perfetto (3m17)
- Ormai è tardi (3m07)
- Valium (4m20)
- Mi si escludeva (4m50)
- Sally (5m20)
- Benvenuto (5m35)
- Vivere (6m15)
CD2 (40m12)
- Colpa d'Alfredo (5m20)
- C’è chi dice no (4m58)
- Gli spari sopra (3m33)
- Gli angeli (7m22)
- Senza Parole (7m27)
- Delusa (4m11)
- Albachiara (6m16)
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Bagnoli
Video
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Review
Repubblica — 13 luglio 1997 pagina 32 sezione: SPETTACOLI
E TV
NEAPOLIS
NAPOLI - Vasco innamorato di Napoli, Vasco
galvanizzato dai sentori metallici dell' Italsider, Vasco
deciso alla fine del suo concerto a chiudere il festival
con artisti napoletani al suo fianco, perché così pareva
giusto. E la scelta, discussa nel pomeriggio, non poteva
che cadere su "Vita spericolata", inno
d' eccellenza di tutti i diversi d' Italia. Vasco e 99 Posse,
due diverse generazioni di vite spericolate, unite nel progetto
di questo evento, ecco un bel finale per questa magnifica
e confusa festa napoletana che per tre giorni non ha fatto
altro che cercare simboli. Al richiamo di Vasco Rossi la
terrosa platea di Bagnoli, ancora frammista delle scure
polveri siderurgiche, si è riempita di ragazzi. Ventimila,
circa, ma dalle urla sembravano proprio i centomila evocati
dalla prima canzone: "E 100.000 occhi si voltarono a guardare
il cielo... con un sospiro leggero...", ovvero l' incipit
di "Sballi ravvicinati del terzo tipo", inizio del metallurgico
concerto del rocker di Zocca, proseguito sui ritmi infernali
che erano stati promessi alla vigilia: "Un gran bel film",
"Ormai è tardi" e ovviamente "Valium" la sua vecchia canzone
tornata improvvisamente d' attualità per una riedizione
di questi giorni che ha scatenato le ire dei benpensanti
che la considerano un' istigazione alla droga, secondo un
dannato pregiudizio che insegue Vasco da anni. "Valium"
è tutt' altro che un' incitazione alla droga, e comunque
lo zio Vasco che molti nuovi gruppi riconoscono come un
precursore, non poteva perdere l' occasione di cantarla
oggi, in barba alle polemiche. E poi le classiche "Colpa
d' Alfredo" e "Albachiara", l' invettiva contro le ninfette
di Boncompagni che si intitola "Delusa", e altre ancora.
Che sia un precursore lo ammettono perfino i più duri di
tutti, i militanti 99 Posse che l' hanno confermato nel
pomeriggio raccontando della loro adolescenza, quando i
primi dischi di Vasco furono percepiti come una rottura
col passato. Loro, che sono i duri dei tempi moderni, hanno
invece aperto il loro set con un pezzo inedito, "Vulesse",
che inizia elencando i nomi di 85 detenuti politici, in
gran parte Br, sui quali in questi anni non c' è stato alcun
appello pubblico di garantismo. Un modo come un altro per
festeggiare quello che per loro è un insolito traguardo,
un disco d' oro per le vendite del loro ultimo album, consegnatogli
dallo zio Vasco in persona, nel retropalco. Nel loro concerto
c' era tutta la Napoli antagonista, alternativa, quella
che chiede nuovi spazi sociali e nuove risposte sulla città.
E' stato ovviamente il momento più politicizzato di questa
cosiddetta Woodstock napoletana, con slogan e pezzi ormai
classici come "Curre curre guagliò", in un festival che
proprio da un punto di vista politico non ha soddisfatto
gli ex operai dell' Italsider. Dietro la facciata, dicono,
non si è veramente pensato al problema dell' occupazione
che doveva invece essere il simbolo di questo festival.
Anche i loro figli, tra l' altro, hanno dovuto pagare il
biglietto per entrare nei luoghi dove hanno passato un'
intera vita a lavorare. A rispondere, a suo modo, indirettamente,
è stato il sindaco Bassolino, che si è aggirato nell' area
del festival come fosse una rockstar, salutando la folla.
A ricordare i luoghi, il profilo movimentato e vulcanico
di questa terra ci ha pensato Edoardo Bennato da Bagnoli,
che nel suo concerto ha inserito tutti i suoi pezzi che
parlano di luoghi precisi, fatta salva ogni evidente metafora:
"Campi flegrei", "Nisida", "Vendo Bagnoli", "Nun toccà Coroglio",
praticamente una poetica carta geografica dell' area in
cui ci troviamo. Bagnoli ha avuto il suo cantore d' eccezione
e anche, nel pomeriggio, la consueta trafila di gruppi emergenti
inaugurata dalla splendida follia delle genovesi Voci Atroci,
gli unici a portare a Neapolis quel senso di trasgressione
musicale che è mancata nel resto del cartellone. Ma ovviamente
la folla era tutta per Vasco. E non erano solo napoletani,
anche perché Vasco ha scelto Bagnoli per la sua unica data
italiana, attirando ragazzi da ogni angolo d' Italia. C'
è anche stato un treno, partito all' alba da Milano, organizzato
espressamente per i fans, anche se a quanto raccontano i
ragazzi, in condizioni pessime, ovvero senza l' elettricità
necessaria a far funzionare la musica che era stata promessa
come diversivo. Sul finale di Vasco e 99 Posse si è chiuso
in bellezza il sipario di questa tre giorni infuocata che
lascia un segno su questa terra ferita, che spera in un
imminente riscatto. I semi sono stati lanciati, ora bisognerà
seguirne la crescita.
- Gino Castaldo
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