Cortemaggiore, Fillmore Club: 19-04-1997

 

 

La Provincia 21-04-1997

 

 

 

Il Piccolo 21-04-1997

 

 

 

 

Bootleg

CD 1 (45m34)

- Un gran bel film
- Practicamente perfetto
- Ormai è tardi
- Valium
- Senza parole
- Mi si escludeva
- Sally
- Benvenuto
- Colpa d'Alfredo

CD2 (52m52)

- C’è chi dice no
- Gli spari sopra
- Gli angeli
- Siamo solo noi
- Vita Spericolata
- Vivere
- Faccio il militare
- Delusa
- Albachiara

 

 

Massimo & Vasco - Picture taken at the Fillmore Club 1997
from flickr.com

 

 

La Provincia 20-04-1997

 

 

 



FILLMORE 19/04/97 VASCO IN CONCERTO:

Un concerto vero, quello di Fillmore. Sicuramente un concerto particolare. Il posto, l'atmosfera, il pubblico.Mille persone che hanno assistito alla prova generale della parte internazionale del tour Nessun pericolo...per te. Un concerto solo per gli abbonati de "Il Blasco". Un bel progetto, non così semplice da realizzare. Ma cè stato. E nonostante la capienza limitata del locale, siamo riusciti a far entrare tutti gli abbonati che si sono presentati con l'invito, provenienti da tutte le parti d'Italia, compresi i loro accompagnatori. E' successo sabato 19 aprile, alle 21 circa, al Fillmore di Cortemaggiore, a pochi chilometri da Piacenza. Strade della zona invase già dal primo pomeriggio, e poi l'ingresso, come a ogni concerto rock. Quindi l'attesa. Solo che stavolta Vasco suona a un metro da noi. Il più lontano è a venicinque metri. Praticamente lì, o quasi. E' stato un concerto speciale. Vasco si è divertito molto, è rimasto entusiasta della serata. Qualche giorno dopo, ormai a tour avviato, ce lo ha ricordato: "La dimensione delo concerto in un club come quello di Cortemaggiore è fantastica. Suonare guardando negli occhi tutte le persone e toccando loro le mani è una sensazione bella, mi piace. Quella sera è stato così, per di piu con gli abbonati de "Il Blasco". Dobbiamo farlo altre volte. Cantare in uno stadio come quello di San Siro regala energia e sensazioni indescrivibili, ma le persone più vicine a me sono a molti metri di distanza. Qui ho ritrovato un'atmosfera quasi 'intima' che mi ha riportato alle origini, alle emozioni elettrizzanti dei primi concerti".
Fonte:Il Blasco Story

 

 

 



Repubblica- 21 aprile 1997 pagina 30, sezione: Spettacoli e TV

 

IL BLASCO VESTITO DI PELLE SI RIPRENDE LE SUE RADICI

PIACENZA - Vasco Rossi fa un regalo ai fedelissimi del "Blasco Fan Club", ben cinquemila iscritti in tutta Italia, e canta solo per loro in un vecchio cinema dipinto di verde della ubertosa pianura padana. Il paese si chiama Cortemaggiore, in Emilia a pochi chilometri da Piacenza, e la sala riciclata dagli anni Cinquanta si chiama Fillmore, una discoteca-club che mischia Patty Pravo a Trilok Gurtu con ardita e intelligente programmazione. Avvertiti dal loro tam-tam più o meno segreto i fans, circa un migliaio, si sono dati appuntamento fin dalla mattina di sabato, per l' eccezionale concerto che la rockstar di Zocca ha concesso gratuitamente ai primi mille tesserati in paziente attesa davanti all' ingresso del locale. Sono arrivati da tutta Italia, da Catania, Palermo, Udine, Sondrio, Bologna, gli entusiastici spettatori soprattutto maschi, dai venti ai quarant' anni. Lo zoccolo duro degli ultras del Blasco.
Ed eccolo il Signor Rossi, scalpitante come un giovanotto, occupato a sfiorare ripetutamente le mani dei devoti che si sbracciano sotto il palco. Per l' occasione Vasco ha ripescato dall' armadio dei ricordi un vecchio giubbotto di pelle che indossava all' inizio della carriera. Quasi si pavoneggia con lo storico cimelio e lo strofina lascivo contro l' asta del microfono, riesumando un irriconoscibile Valium, altro reperto d' annata (1981) che ha riverniciato a nuovo in chiave acid-rock dal remoto album Siamo solo noi: "Venti gocce di Valium/ per non restare sveglio/ tutta la notte/ a contare le gatte/ quelle con una macchia/ nera sul muso/ nelle soffitte vicino/ al mare/ voglio dormire". Ce l' aveva allora con i cantautori, perché aveva in mente un rock italiano che rinnovasse le acque stagnanti. Certo fa effetto vedere Vasco Rossi come rinato, riumanizzato dal calore del posto e dall' affetto speciale del suo pubblico più stretto. Lui ce la mette tutta come sempre, come se fosse allo Stadio di San Siro. Ma l' atmosfera intima e familiare lo riconduce inevitabilmente verso gli anni più ruspanti e spericolati, come un vero rocker d' assalto. Il resto del programma è lo stesso dell' ultimo tour, ovviamente ridotto, ma rigenerato da una spigliatezza più nuda e fragrante: ritrovare per una sera la sensazione elettrica e inebriante delle "prime volte", quando ogni sera era un' emozione nuova fino all' ultimo respiro. Successo inevitabile, con un finale esagerato, da set cinematografico, come una scena del film sui Doors di Oliver Stone. Un' ora dopo il concerto, Vasco riappare in platea scortato dai gorilla come una vera rockstar, per distribuire autografi, stringere mani, darsi alle insistenti telecamere dei telegiornali, rispondere a qualche domanda curiosa. Dopo la prova generale di Cortemaggiore, l' aspetta il "Wild World Tour" nei club e nelle discoteche delle capitali europee, il festival di Montreux e perfino una puntata a New York e Los Angeles, dove si esibirà con orgoglio alla House of Blues. Ha detto invece no al concerto di Bologna davanti al Papa, per solennizzare il Congresso Eucaristico: "Io credo in Dio, sono loro che non ci credono più". Guarda sempre meno la tv, fa un' eccezione per i tg e preferisce la radio, ma sono i libri a tenerlo occupato nel tempo libero: "Leggo un po' di tutto, dalla Genesi della morale di Nietzsche al romanzo Quasi adatti di Peter Hoeg". E a poca distanza dalla moglie Laura, borbotta con la solita faccia tosta: "Non ho il senso della famiglia, è lei che pensa a tutto. Mi fa piacere trovare ogni sera il camino acceso, cip cip cip, cosa facciamo domani? Andiamo a Disneyland? Ok, intanto me ne vado all' estero anche per non fare danni. Perché se rimango qui, va a finire che mi ritrovo a Domenica In". "No, Vasco no!", implorano i tifosi più oltranzisti. - Giacomo Pellicciotti

 

 



Corriere della Sera - 21 aprile 1997 pagina 28

 

ROCKSTAR L' altra sera a Cortemaggiore pubblico da tutta Italia per lo show che partira' giovedi' da Bruxelles e sbarchera' anche in Usa Vasco:

vado all' estero, qui faccio danni

Alla vigilia del primo tour mondiale, botta e risposta con i mille fan invitati alla prova generale

ROCKSTAR L'altra sera a Cortemaggiore pubblico da tutta Italia per lo show che partira' giovedi' da Bruxelles e sbarchera' anche in Usa dal nostro inviato STEFANIA ULIVI Vasco: vado all'estero, qui faccio danni Alla vigilia del primo tour mondiale, botta e risposta con i mille fan invitati alla prova generale "SPIACENZA iamo solo noi" canta dal palco Vasco il Blasco. "Siamo solo noi" gli fanno eco i mille fortunati chiamati a raccolta da capitan Rossi al Fillmore di Cortemaggiore, a due passi da Piacenza, ex cinemone anni '50 riconvertito in club. Sono arrivati al mattino da Palermo, da Como, da Rimini, da Busto Arsizio, da Vicenza con in mano l'invito del Blasco club per questo concerto "solo per i fans", prova generale del "Nessun pericolo per te - Wild World Tour" che portera' dal 24 aprile il quarantacinquenne rocker di Zocca per la prima volta fuori dai confini italiani. Beati i primi mille, perche' sara' loro il regno di Vasco, diceva l'invito; mille perche' di piu' il Fillmore non ne tiene. E dei cinquemila del fan club in molti neanche hanno tentato il viaggio. E quelli che son partiti han lasciato a casa fidanzate, mogli, amici, fratelli e sono arrivati sotto i portici di Cortemaggiore all'alba di sabato, pronti ad aspettare le nove e mezzo di sera per sentire dalla chitarra di Massimo Riva l'attacco di "Un gran bel film". Dodici pezzi in scaletta, quattro bis previsti che poi diventano sei (ci sono "Vita spericolata", "Delusa", "Non siamo mica gli americani", "Albachiara"): un concentrato di "Vaschitudine" tratta dall'ultimo album, ma anche dal passato, da cui spuntano una "Valium" e una "Colpa di Alfredo" molto piu' acide e tirate di allora. Quella "Valium" in cui il giovane Rossi invocava 10 gocce della pozione "per non restare sveglio / tutta la notte / a contare le gatte / quelle con una macchia / nera sul muso", tanto per sottolineare la cesura con i signori cantautori ("Niente di offensivo. Volevo prendere le distanze da quelli che vai sul palco, me la spieghi tutta, poi me la canti".) Che sia "Valium", che sia "Sally", "Senza parole" o "C'e' chi dice no", il popolo del Fillmore gli fa da controcanto, recita i suoi versi, si abbandona al suo verbo. "Si crea un legame erotizzante tra noi e lui" ti spiegano, e ti raccontano delle nove ore di macchina di un sabato sera tra Sondrio e Zocca guidati dalla speranza di incontrarlo al Be - bop di Zocca ("Soltanto una volta, con mia mamma e mia sorella, siamo riusciti a vederlo. Cinque minuti, niente di piu"), dei soldi spesi per biglietti, gadget, dischi, libri ("Ma lui mi ha dato molto di piu', mi ha insegnato a vivere"), dei conflitti ideologico - musicali in famiglia ("Quando mia moglie e' andata a sentire Masini, non le ho parlato per tre giorni. Se va da Ramazzotti? Divorzio"). E lui, Vasco, l'oggetto di tanta passione, ripaga gli irriducibili dopo la mezzanotte, quando il concerto e' gia' finito da un'ora e i piu' stanchi e sfiduciati ("impossibile incontrarlo, devi conoscere le persone giuste") se ne sono andati. Dovrebbe essere un incontro con i pochi giornalisti ammessi al concerto, in realta' e' un botta e riposta a uso e consumo dei fedelissimi ai quali un loquace e divertito Rossi regala per un'oretta piu' di una chicca. "Il concerto davanti al Papa? Ma per l'amor di Dio...". "Perche' vado all'estero? Se sto in Italia faccio danni, va a finire che faccio "Domenica in". La canzone per Patty Pravo? "Le ho fatto cantare quello che volevo dicesse a me". Se gli chiedi che musica ascolta, parte da Jovanotti ("Bravo, molto bravo. Grande showman. Ora ha imparato a scrivere i testi"), passa per Gianluca Grignani ("Il nostro futuro John Lennon italiano"), approda a Ligabue ("Ne penso un gran bene. Segue le orme, tiene alta la bandiera del rock italico"), non applaude i Litfiba ("Non mi piacciono i testi"). E non gli piace neanche il revival anni '70 in chiave Fazio ("Una psicologa alla tv dice: il pomeriggio andavamo in piazza a cantare "El Pueblo unido", la sera a casa a sentire "Anima mia". Lei, io no!"). La tv la guarda poco, meglio la radio e i libri ("Ho fatto ragioneria, ora cerco di recuperare"). Ultimi contributi, "La genesi della morale" di Nietsche, e "I quasi adatti" di Peter H eg. Giovedi' sara' a Bruxelles, quindi Villach, Vienna, Monaco, Francoforte, Amsterdam, Ginevra, poi New York, il Canada, chiusura in luglio al festival di Montreux. E loro si preparano. Per cominciare fanno la conta degli amici e dei parenti d'oltralpe con un letto disponibile. *.- Ulivi Stefania

 

 



La Stampa, Torino- 21 aprile 1997 pagina 17, sezione: Spettacoli

 

Una tournee all'estero: Vasco: niente Vaticano, volo in Usa Un concerto per i fans

PIACENZA VASCO ROSSI, allora ci andra' a cantare per il Papa? <A cantare per il Papa? Ma per l'amor di Dio>. Adesso e' chiaro: il rocker emiliano non si esibira' il 27 settembre a Bologna nel Jesus Live Superstar, la manifestazione che chiudera' il Congresso eucaristico nazionale. E' in grande forma, VASCO ROSSI. E' pronto per il suo debutto all'estero, una tournee che da mercoledi' lo portera' a suonare in Europa e negli Stati Uniti. Le prove generali al Fillmore di Cortemaggiore, nel Piacentino. Un concerto, unico in Italia nel '97, riservato ai fans piu' stretti. Un'ora e mezzo a grande ritmo, 18 brani, apertura con Un Gran Bel Film e chiusura con Albachiara. VASCO, sino allo scorso anno sosteneva che di andare all'estero non gliene fregava niente. Adesso invece parte per un giro d'Europa e America. Che cosa e' cambiato? <Adesso in Italia non avevo nulla da fare. E quando non ho niente da fare, divento pericoloso. C'e' il rischio che faccia dei danni. Che so, magari finivo a presentare Domenica In. E allora meglio partire>. Non ha paura di fallire? <No, sono convinto di andare fuori dall'Italia a fare bella figura. Ci vado con uno spirito preciso: voglio divertirmi. Il discorso commerciale non mi interessa, non ho dischi da vendere ne' voglio mettermi in competizione con chi all'estero funziona bene, Ramazzotti, la Pausini>. Europa e poi Stati Uniti, la patria del rock. <Gli Usa mi affascinano. Suonero' alla House of Blues di Los Angeles, li' voglio fare un bel casino. E poi se c'e' stato Zucchero, non puo' mancare VASCO ROSSI. Ci sara' anche una data a New York>. Facciamo un passo indietro, Sanremo. Com'e' nata l'idea di <Dimmi che non vuoi morire>? <E' partito tutto da un incontro con Curreri. Io volevo scrivere un brano per Patty Pravo. Ma non uno qualunque, volevo creare un capolavoro, da mettere sullo stesso piano di "Ragazzo triste" e "Pensiero stupendo". Da quella frase, la cambio io la vita che non ce la fa a cambiare me, e' nato tutto il resto>. Ma Sanremo lo ha visto? <No, ero lontano dall'Italia, non volevo soffrire davanti alla tv. E poi da quando Jovanotti ha cantato "No VASCO", ho deciso di scappare per sempre all'estero quando c'e' Sanremo>. A proposito di Jovanotti. E' diventato il punto di riferimento dei giovani. Che cosa ne pensa? <Attenzione, e' diventato il portavoce di un certo tipo di gioventu', non di tutta. Comunque, e' migliorato molto, e' un grande show-man e scrive anche dei bei testi. Per esempio, mi piace moltissimo " Bella">. Quali sono gli artisti italiani che piacciono a VASCO ROSSI? <Gaetano Curreri. E' molto bravo e canta da dio. Inoltre ha una capacita' creativa straordinaria. Credo che la nostra collaborazione continuera' a lungo. Poi mi piace Marcello Pieri. E anche il John Lennon italiano. Si', come si chiama... Grignani, Gianluca Grignani>. Ligabue a San Siro come VASCO ROSSI. Che cosa ne pensa? <Di Ligabue penso un bene immenso. E' il mio erede naturale, tiene alta la bandiera del rock italiano. I Litfiba? Non mi entusiasmano, non mi piacciono i testi e il modo di cantare di Pelu'>. Proprio quando sembrava ci si fosse liberati dal tormentone degli Anni Sessanta, ecco che e' arrivata l'ondata degli Anni Settanta. VASCO ROSSI si riconosce in operazioni-nostalgia come <Anima mia?>. <Qualche giorno fa ho sentito in televisione una psicologa. Diceva che negli Anni Settanta di giorno si andava in corteo e si urlavano slogan come "El pueblo unido". Di sera invece si cantava "Anima mia". La volevo ammazzare. Negli Anni Settanta quella roba li' tipo i Cugini di campagna era spazzatura. Uno schifo. Questa e' la verita'>. Lei ha riempito San Siro con un concerto per Sarajevo. Ne farebbe uno per l'Albania? <No, staccherei subito un assegno e farei beneficenza in un modo piu' spicciolo ed indolore. Se il risultato di un concerto di solidarieta' sono le polemiche post-San Siro, allora dico basta. Anzi, voglio essere ancora piu' chiaro. D'ora in avanti suonero' solo per soldi>. Il 27 settembre a Bologna si terra' il concerto per il Papa. Il suo no all'invito della Chiesa e' definitivo? <Certo, che cosa ci andrei a fare, a cantare il Kirie Eleison? Io non c'entro niente con quella roba li'. Jesus Live Superstar, ma non fatemi ridere. Non ho nessun messaggio da trasmettere, forse volevano che io, VASCO ROSSI, trasmettessi il loro, ma non mi presto ai loro giochi. Voglio pero' che sia ben chiara una cosa: io in Dio ci credo. Forse sono loro a non crederci> - Carlo Annovazzi

 



Repubblica- 19 aprile 1997 pagina 38, sezione: Spettacoli e TV

 

VASCO ROSSI CANTA PER I FAN PIACENZA
Vasco Rossi suonerà stasera al Fillmore di Cortemaggiore, in provincia di Piacenza. Il concerto, gratuito, è strettamente riservato ai soci del Fan club ufficiale che fa capo al musicista. Chi non è iscritto al club di Vasco eviti di mettersi in viaggio o di farsi illusioni: il locale emiliano contiene non più di mille posti, tutti riservati ai soci del fan Club che avranno diritto a entrare solo finché i pochi posti disponibili saranno esauriti.

 

 

Invitato biglietto

 

 

 

La Provincia - 17 aprile 1997