Milano, Stadio San Siro: 07.07.1995 & 08.07.1995 (parte 1)

 

Corriere della Sera 07-07-2017


 

Corriere della Sera 05-07-2017


 

 

 

 
     
 

 


Concert Note

Two concerts at San Siro stadium against the war in former Yugoslavia: "Rock sotto l'assedio" with Vasco in optima forma. Guest perdormance from the yugoslavian band Sikter on gli spari sopra.
An complication of the 2 concerts has been broadcasted short after on italian national tv.

 

YouTube video

Vasco Live@Milano 1995

Watch Vasco live at Milano 1995 on YouTube!

 

Bootleg

Great bootleg recordings from both the 7th and 8th july.

07.07.1995
CD 1 (66m41)
CD 2 (73m03)

08.07.1995
CD 1 (61m29)
CD 2 (79m41)

Introduzione ("don Giovanni" from Mozart)
Generale (from De Gregori)
Cosa succede in città
Sono ancora in coma
Asilo Republic
Va bene va bene così
Fegato fegato spappolato
Sensazioni forti
"Anche se" (praticamente perfetto)
Senza parole
Delusa
Portatemi Dio
War (cover)
Cover2
Alibi
Vita spericolata
Liberi liberi
C'è chi dice no
Siamo solo noi
Gli spari sopra
Gli spari sopra (with Sikter)
Vivere
Vivere una favola
Blasco Rossi
Bollicine
Per quello che ho da fare
Guarda dove vai
Dillo alla luna
Canzone
Albachiara

 

Ticket 07.07.1995

 

Ticket 08.07.1995

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Repubblica — 08 luglio 1995 pagina 31 sezione: SPETTACOLI & TV

VASCO, IL ROCK NON SPEZZA L' ASSEDIO

MILANO - "Generale, dietro la collina, ci sta la notte buia ed assassina...": Vasco Rossi è tornato alla grande, urlando subito alla sua spericolata, ma rispettosa maniera Generale, la celebre canzone di Francesco De Gregori da sempre favorita. Per far capire senza ombra di malintesi ai 40mila di San Siro che il tema scelto per l' occasione era la guerra maledetta. E' cominciato così, ieri sera allo Stadio Meazza, il Rock sotto l' assedio ispirato dai gruppi rock di Sarajevo al 43enne campione del rock emiliano. Ed è stata una sorpresa per molti tutta la prima parte del concerto, annunciata da una sontuosa aria dal Don Giovanni di Mozart e aperta dal brano del principesco cantautore romano. Anche perchè Vasco Rossi ha ripescato con rinnovato slancio brani poco usati dal vivo come Cosa succede in città o Fegato spappolato, oltre alla chicca di Senza parole e all' inedito Anche se, un roccaccio di sicuro effetto. Già al secondo pezzo in scaletta era il Vasco più esplosivo e frastornante, il rocker più esagitato della penisola. Una barriera di suono incandescente ha allegramente invaso gli spalti dello stadio dove il Milan e l' Inter sono di casa. Gli anni non sembrano arrugginire l' animalesca irruenza del Blasco. Ed è proprio questo che il pubblico adora. Anche a dispetto della sua stazza non proprio da atletico giovanotto e della marcata calvizie, coperta a malapena da una provvidenziale bandana. Solo dopo un' aggressiva versione di War cantata da Massimo Riva (ricordate il vecchio Eric Burdon?), Vasco Rossi ha imboccato la via del concerto più rituale, ad uso e consumo del pubblico più affezionato. Da Alibi a Liberi liberi, Gli spari sopra, Bollicine, fino all' inevitabile Albachiara, è stata la trionfale festa rock di sempre. Anche se il pienone sperato è rimandato alla replica di questa sera, almeno così assicurano gli organizzatori. "Oggi è sabato, domani non si va a scuola", avrebbe canticchiato Pino Daniele per spiegare la situazione. Di fronte alla coinvolgente forza della musica, lo scopo pacifista della manifestazione è passato decisamente in secondo piano. Dovevano essere in tante le bande rock di Sarajevo ingaggiate da Vasco Rossi per giustificare i due megaconcerti di Rock sotto l' assedio: i Protest, i Beastly Stroke, i Lezi Majmune, i Carpenter, i Grafit... ciascuno con una testimonianza viva e spesso drammatica da raccontare a suon di rock incendiario. Ma poi, ieri sera a San Siro, prima di Vasco si sono ascoltati solo i Sikter e gli attori della compagnia teatrale Sarajevo Festival Ensemble, già esuli da tempo tra Amsterdam e Londra. La promessa di Vasco Rossi alla vigilia che, "senza le band di Sarajevo, il mio spettacolo non si farà", è valsa soltanto in parte. Anche perchè alla guerra e ai guerrafondai non interessano certo i concerti rock, specie se indetti da una ricca e famosa rockstar italiana che vorrebbe richiamare l' attenzione dei giovani sul significato nefasto dell' ignobile massacro senza fine. Ma alla fine non sono arrivati nemmeno i funkettari Beastly Stroke, dati per certi fino a poche ore prima e bloccati in patria dai poco comprensivi custodi della Bosnia. Ascoltando comunque le prove non troppo esaltanti dei due organici dell' ex Jugoslavia in campo, specie il gruppo teatrale sonoramente fischiato, la loro presenza è sembrata perfino superflua. A giudicare dalla tiepida accoglienza riservata dagli spettatori presenti, l' attenzione spasmodica era tutta per Vasco, unico ed esclusivo protagonista. Solo i Sikter, prima di lui, hanno provato a scioccare il pubblico col loro hard-punk alla Henry Rollins. Ma la gente non è sembrata troppo convinta dalla loro lunga performance. Unica consolazione per i gruppi bosniaci è stata l' occasione di apparire accanto a Vasco, con prevedibili, i Sikter in Gli spari sopra e il Sarajevo Festival Ensemble in Vivere. Polemiche a parte sulla sincerità o meno di Rossi e sul suo effettivo impegno contro la guerra, è stata una giornata comunque epica per i sostenitori di Vasco, che hanno fatto ordinatamente la fila fin dalle prime ore del pomeriggio sotto il sole cocente di un torrido luglio milanese. Impaginato su un palco gigantesco con le ciclopiche scenografie di una città assediata, illuminato da un parco luci strepitoso, lo show, nelle sue due ore abbondanti di concerto, ha confermato un Vasco Rossi in stato di grazia, affiancato da ben quattri chitarristi in ebollizione. Anzitutto Maurizio Soleri e Massimo Riva, oltre a Nando Bonini e al californiano Steven Burns. Ma non fatelo parlare il Blasco, non fategli fare comizi, lui funziona solo sul fronte del palco. Lassù non lo batte ancora nessuno, almeno qui da noi.
- di GIACOMO PELLICCIOTTI