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Soundcheck
/ Prove
Vasco had several sounchecks at
San Siro on 13th and 14th july.
Both soundchecks have been recorded illegaly
and are available on bootleg!
CD Prove 13-06-1996 (30m23)
- Gli Angeli
- Fegato fegato spappolato
- Bollicine
- Vivere
CD1 Prove 14-06-1996 (44m36):
- Ormai e tardi
- Le cose che non dici
- Siamo solo noi
- Vita spericolata
- Un gran bel film
- Practicamente perfetto
- Ormai e tardi
- Io perderò
CD2 Prove 14-06-1996 (42m49)
- Non mi va
- Le cose che non dici
- Nessun pericolo per te
- Mi si escludeva
- Sally
- Mi si escludeva
- Non appari mai
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Review
Repubblica — 16 giugno 1996 pagina 35 sezione: SPETTACOLI
E TV
VASCO, TRIONFO IN SORDINA
MILANO - E' stato un noto avvocato milanese,
difensore di molti imputati di Mani Pulite, il nemico
numero 1 di Vasco Rossi a San Siro. Federico Stella
ieri sera ha costretto Vasco e i sessantamila del
grande stadio a un concerto sul filo del rasoio, con
la minaccia incombente di sospendere la musica dopo
le 22 o di abbassarne i decibel ai limiti di legge,
sì, ma limiti che avrebbero comportato l' impossibilità
di ascoltare alcunché ad almeno metà dei presenti.
Per tutta una serie di motivi, ma in primo luogo per
una elementare questione di ordine pubblico (come
avrebbero reagito tutti quanti di fronte all' abbassamento
del volume o addirittura alla sospensione del concerto?)
non è successo invece nulla. Dalle 22 in avanti il
volume è rimasto tale e quale, anzi, il crescendo
dei bis un' ora dopo ha raggiunto l' apice assoluto
del baccano, con tutto San Siro a cantare e saltare
su ' Bollicine' , ' Siamo solo noi' , ' Alba chiara'
. Concerto trionfale - trionfo, peraltro, scontatissimo
- per un Vasco in gran forma, per l' ottima band a
supporto, per i sessantamila giovani e giovanissimi
che hanno iniziato a riempire San Siro senza la minima
preoccupazione per le eventuali conseguenze sul concerto
all' orario previsto, ossia fin da metà pomeriggio.
Vasco puntuale sul palco poco dopo le 21, il palco
chilometrico sovrastato dall' enorme triangolo-simbolo
con ambizioni leggermente divine. LE DECINE di striscioni
che si richiamavano alle canzoni e ai loro titoli
(tranne uno: tra Bossi e Berlusconi scelgo Vasco e
le sue canzoni). Un avvio di concerto quasi interamente
dedicato al nuovo album ' Nessun pericolo... per te'
, poi via via i sapienti inserimenti di brani di un
passato assolutamente glorioso. C' è anche spazio
per la band da sola che si esibisce in due cover dei
Sex Pistols e degli Stones; infine il più che maestoso
gran finale di bis, ' Bollicine' , ' Vivere' , ' Siamo
solo noi' , e il doppio finale di ' Vita spericolata'
e ' Alba chiara' . Missione compiuta, l' ennesima
per il Blasco, inimitabile con le bandane fuori età
e l' appesantimento ovvio degli anni a tenere in pugno
una simile massa composta per quasi la metà da tipi
che potrebbero benissimo essere figli suoi. Un pubblico
che ovviamente niente a che spartire con la solitaria
protesta dell' avvocato Stella che aveva presentato
già da tempo un esposto alla magistratura contro l'
inquinamento acustico nella zona di San Siro. Quando
giovedì scorso dalle finestre della sua casa prospiciente
lo stadio l' avvocato ha ascoltato le prime prove
del concerto di Vasco, la sua pazienza è definitivamente
saltata: una nuova protesta ha portato così venerdì
al sequestro delle apparecchiature del concerto e
in seguito a un' incredibile sequenza di dissequestri
parziali e nuove ordinanze che si è chiusa solo alle
16 di ieri: quando però è arrivata una nuova ordinanza
del Comune di Milano che ha rimesso in bilico il concerto.
L' ordinanza prevedeva l' obbligo di rimanere dentro
i 45 decibel, soprattutto dopo le 22. "Non possiamo"
hanno replicato gli organizzatori, il livello necessario
è di 51, e qui va spiegato che ogni 3 decibel raddoppia
in pratica la potenza dei diffusori del palco. Fatto
sta che i tecnici del Comune hanno avuto il potere
per tutta la sera di ordinare, coadiuvati dalla forza
pubblica, il drastico abbassamento del volume delle
casse. Se non è successo è stato solo per questione
di ordine pubblico, ma in teoria l' ordinanza andava
applicata. E' rimasto con le mani nei capelli tutta
la sera Enrico Rovelli, manager di Vasco, inviperito
contro "questo signore che ce l' ha con la musica,
evidentemente non si è mai accorto del terribile inquinamento
acustico prodotto dagli incontri di calcio". Serafico,
invece, l' avvocato Stella, che ha trovato l' appoggio
nella sua battaglia dell' associazione ' Verdi San
Siro' . "La mia è una battaglia di civiltà", dice
"il problema non è solo San Siro, ma l' intero inquinamento
acustico che affligge la città. Io non so chi sia
questo Vasco Rossi, so che di fronte a un reato penale
come è quello relativo all' infrazione in materia
acustica, mi è stato risposto che questi signori avevano
i permessi. Mi chiedo, è legittimo rilasciare permessi
che consentono di commettere reati penali?". L' intera
faccenda non è ovviamente garbata a Vasco Rossi: "Sono
discorsi da ipocriti e benpensanti che hanno fatto
il loro tempo: è la solita storia, la musica va nel
ghetto, il rock deve pagare sempre. Come si può considerare
il rock un rumore? Chi lo pensa ha gli occhi chiusi
davanti alla realtà, ebbene che si tappi anche le
orecchie".
- di ANTONIO DIPOLLINA
Review
Rockol.it — 15 giugno 1996
Il suo show, copia
esatta di quelli precedenti, entusiasma i 60.000 presenti
VASCO ROSSI, UNO SCHIACCIASASSI ROCK
CHE TRAVOLGE SAN SIRI
Il posto (lo stadio di San Siro) era
lo stesso del suo "Rock sotto l'assedio" del luglio
'95, ma lo show di Vasco Rossi - andato in scena ieri
sera, prima tappa del suo tour negli stadi - musicalmente
era molto simile a quello fatto pochi mesi fa nei
palasport. E cioè tutto orientato sul rock, con molto
spazio per i tre chitarristi della band: Stef Burns,
Massimo Riva e Nando Bonini. Della serie (nonostante
quello che pensa Sacchi per la Nazionale): squadra
che vince non si cambia. Ad aprire le ostilità, dopo
una lunga introduzione chitarristica, è stata "Un
gran bel film". E subito tutto il pubblico(60.000
persone!) ha cominciato a cantare in coro, battendo
le mani e ondeggiando, mentre l'enorme palco, sormontato
da un triangolo raffigurante la scritta piramidale
che appare sulla copertina del suo ultimo album, si
riempiva di luci e fumi. A seguire sono arrivati due
pezzi ancora più rock, "Praticamente perfetto", "Ormai
è tardi", la (semi)ballad, applauditissima, "Io perderò"
e "Non mi va" (un po' "Brickhouse" dei Commodores
e un po' "Another brick in the wall" dei Pink Floyd.
Al termine di quest'ultimo pezzo Vasco ha salutato
il pubblico dicendo: «Ciao, ciao, ciao... vi vedo
bene.. finite le scuole, eh? San Siro, San Siro, San
Siro, eh....». Poi ha sparato "Nessun pericolo per
te" e - insieme a tutto il pubblico - "Senza parole",
diventata da qualche anno uno dei pezzi più amai dai
suoi fans.
Mentre calavano le tenebre e gli striscioni
appesi agli spalti (con frasi del tipo: "Tra Bossi
e Berlusconi scelgo Vasco e le sue canzoni", "Quello
che si prova non si può spiegare", "E se Vasco lo
vorrà anche il Papa fumerà") ondeggiavano per il tenue
vento, è arrivata "Non appari mai", cantata da Vasco
in maglietta mentre si agitava su e giù per il largo
palco (70 metri).
Proprio come una specie di schiacciasassi
lo show è andato avanti travolgendo con il suo rock
ogni ostacolo, supportato da un light show di rara
bellezza (il palco era zeppo di fari cangianti, luci
stroboscopiche e diavolerie di ogni tipo).
E il pubblico? Beh, il pubblico - come
da anni ad ogni concerto di Vasco - ha sorretto il
suo beniamino dall'inizio alla fine. Anche in brani
(a nostro avviso meno riusciti) come "Mi si escludeva"
(troppo confusa nel suo techno-rock incalzante). Ancora
più bella del solito è stata invece "Sally", una delle
migliori ballad scritte da Vasco negli ultimi anni,
accolta dal pubblico con gli immancabili accendini
accesi mentre il palco si riempiva di luci blu, rosse
e viola (che brividi sentire sessantamila voi cantare:
«Perché la vita... è solo un brivido sopra la follia»)
Mentre scriviamo in diretta questa cronaca
ci rendiamo conto che in fondo non vi stiamo dicendo
nulla di nuovo. Ma forse la forza di Vasco è proprio
questa: riuscire a mettere in scena ogni volta lo
stesso sogno, la stessa magia che il suo pubblico
vorrebbe vivere all'infinito. Quindi perdonateci se
non siamo originali: il primo a non essere originale
- per scelta - è proprio lui, il Blasco.
«Grazie, grazie, grazie..." ha ripetuto
tre volte Vasco al pubblico che lo applaudiva in delirio
dopo "Sally". Già, il pubblico di Vasco: caldo ed
entusiasta come pochi (per l'occasione sono arrivati
a Millano anche 2.500 suoi compaesani di Zocca). Capace
di accettare con gioia qualunque cosa il suo beniamino
gli proponga. Anche una versione un po' così di "Benvenuto",
dedicata a suo figlio, il "nuovo re" del mondo. A
questo punto lo show ha dato spazio ai classici (attesissimi)
di Vasco: "Colpa d'alfredo" (proposta con un sound
alla Lou Reed), "Liberi liberi" (stupenda) e "La noia".A
questo punto la band ha intonato un rockaggio blues,
prodromo di "C'è chi dice no", tutta proposta in questa
chiave e accompagnata da un tripudio di luci bianche,
gialle e rosse da far invidia ad un luna park americano.
Gran finale dello show con "Gli spari sopra", "Delusa"
e gli "Angeli", quest'ultima proposta con una cornice
di luce blu che si mischiava alla luce prodotta dalle
migliaia di accendini del pubblico.
A questo punto - dopo una pausa (in
cui una parte del pubblico ha intonato senza mezzi
termini: «Ci avete rotto il ca...."» - Vasco ha lasciato
il palco alla band, che ha intonato (male) due classici
del rock: "Holiday in the sun" dei Sex Pistols e "Under
my thumb" dei Rolling Stones. Poi, finalmente, Vasco
è tornato sul palco per i bis. E cioè le solite, applauditissime,
"Fegato spappolato", "Bollicine", "Vivere", "Siamo
solo noi", "Vita spericolata" e "Alba chiara".
Ecco, comunque, tutta la scaletta dello
show:
Un gran bel film
Praticamente perfetto
Ormai è tardi
Io perderò
Non mi va
Nessun pericolo... per te
Senza parole
Non appari mai
Mi si escludeva
Sally
Benvenuto
Colpa dAlfredo
Liberi, liberi
La noia
C'è chi dice no
Gli spari sopra
Delusa
Gli angeli
Band: Holiday in the sun dei Sex Pistols, Under my
thumb dei Rolling Stones
BIS:
Fegato spappolato
Bollicine
Vivere
Siamo solo noi
Vita spericolata
Alba chiara
Corriere
della Sera: 16-06-1996 ---> pag. 28
ROCK D' ESTATE. Lo Stadio milanese affollato
fin dal primo pomeriggio per il via della tourne'
e all' aperto del cantante di Zocca. E anche il pubblico
sul prato fa show
Travolgente Vasco per 60 mila a San
Siro
Concerto ricco di suoni, gioia, energia.
Finita la scuola, il rito di liberazione dei giovani.
Omaggi ai Sex Pistols e ai Rolling Stones. Ripescate
anche vecchie canzoni del repertorio. Raffica di bis
nel tripudio dei fans. Allusioni scherzose al docente
che ha fatto scattare la denuncia contro i decibel
dello spettacolo. I fan : " Nel tempio del calcio
sei il fuoriclasse " . E per la sua musica riapre
il Ferraris di Genova
1.
ROCK D' ESTATE Lo Stadio milanese affollato fin dal
primo pomeriggio per il via della tourne' e all' aperto
del cantante di Zocca. E anche il pubblico sul prato
fa show TITOLO: Travolgente Vasco per 80 mila a San
Siro Concerto ricco di suoni, gioia, energia. Finita
la scuola, il rito di liberazione dei giovani Omaggi
ai Sex Pistols e ai Rolling Stones Ripescate anche
vecchie canzoni del repertorio Raffica di bis nel
tripudio dei fans. Allusioni scherzose al docente
che ha fatto scattare la denuncia contro i decibel
dello spettacolo
MILANO.
a chi e' la vera star? San Vasco o San Siro? C' era
da chiederselo ieri sera al Meazza con quei 62.220
(ma altre valutazioni parlano di 80 mila spettatori
presenti, 2.200 dei quali provenienti da Zocca, paese
d' origine di Vasco, con costo dei biglietti trattenuto
dal suo cachet) che fin dall' alba erano accorsi nello
stadio del Milan e dell' Inter per rivedere un concerto
che proponeva un repertorio simile a quello ascoltato
al Forum in aprile.
Per Vasco Rossi il concerto di San Siro e' , dal '
90, un rito quasi annuale, che ieri ha assunto il
sapore della festa della liberazione scolastica (era
infatti l' ultimo giorno di lezione nelle scuole medie
superiori), di inizio vacanza, la continuazione ideale
d' una giornata cominciata in aula fra addii, mugugni
per i compiti, scherzi goliardici.
Il concerto di ieri sera non aveva un
tema, uno scopo. Gliel' ha fornito gratis il professore
di diritto penale che abita in zona e che ha cercato
di bloccare il concerto. Cosi' ieri sera "Gli spari
sopra" erano per lui. E c' e' anche un altro aspetto
dell' evento che spiega la longevita' del rito che
ormai si ripete ogni anno: il fascino di San Siro,
il sogno di entrare al centro di quel catino, di invadere
quel campo, di toccarne l' erba, che improvvisamente
si realizza.
Il pubblico, come si e' visto fin dal tardo pomeriggio
durante l' esibizione dei supporter, era impegnato
soprattutto a venerare e applaudire se stesso. Irriducibili
Non c' e' dubbio comunque che l' alleanza fra San
Vasco e San Siro funziona: la sua musica e' davvero
a misura di stadio, la sua gestualita' idem.
Eccolo li' , il monumento agli inquieti, agli irriducibili,
a quelli che non si pentono, che ieri sera e' andato
a pescare anche due canzoni vecchie del suo repertorio
come "La noia" dall' album "Vado al massimo" (Carosello,
1982) e "Ormai e' tardi" del 1989 dall' album "Liberi
liberi" (EMI). "La noia" e' uno dei tanti frammenti
di inquietudione di Vasco: "La noia! Io non ci vivo
piu' qui, restaci tu qui. Soffriro' di nostalgia ma
devo uscire di qui". Ma la noia, si chiedeva allora
Vasco, e' intorno o dentro di noi? Seconda risposta.
"E qui che ti aspetta sai, e tu, ora, non puoi certo
piu' scappare come hai fatto allora".
E stato un concerto ricco di suoni,
gioia ed energia, in qualche modo originale grazie
anche a un discreto rimescolamento di carte rispetto
allo spettacolo indoor, con una crescente attenzione
al Vasco "minore", quello dei brani dei vari album
cui il pubblico e la critica hanno sempre prestato
meno attenzione.
Dunque: partenza con "Un gran bel film". Poi, dopo
"Praticamente perfetto", "Ormai e' tardi", "Io perdero'
", "Le cose che non dici" (la finzione e' la tomba
dell' amore), "Non mi va", "Nessun pericolo per te",
"Senza parole" (cantata in coro dai fans in un tripudio
generale), "Mi si escludeva", "Sally" (che lui definisce
autobiografica e teorizza la capacita' di trovare
un equilbrio e una felicita' all' interno della propria
follia). Menestrello E via verso il trionfo con "Benvenuto",
dedicata al suo figlio piu' piccolo, "Colpa d' Alfredo",
"Liberi, liberi", "Gli spari sopra", "Delusa", "Gli
angeli". Poi, dopo un omaggio ai Sex Pistols con "Holyday
in the sun" e ai Rolling Stones con "Under my thumb",
la raffica di bis, il top della festa: "Fegato spappolato",
"Bollicine", "Vita spericolata".
Come supporter, Vasco ha insistito nel
riproporre il gruppo Sikter (che in bosniaco significa
vaffa...), che aveva gia' suonato lo scorso anno nel
concerto "Gli spari sopra". Le accoglienze non sono
state calorose. Pubblico distratto, lancio sistematico
d' oggetti dalle prime file, malgrado Diego Spagnoli,
direttore di palco di Vasco dai tempi delle origini,
avesse cercato di renderli simpatici al pubblico:
alludendo al professore universitario che aveva fatto
scattare la trappola giudiziaria contro il concerto,
li ha cosi' presentati: "Stasera confido nella mia
buona "Stella" e dedico a Federico i Sikters, il cui
nome significa vaffan...".
Tema poi ripreso, ma senza nomi, dal quasi conduttore
della serata Spagnoli, prima dell' esibizione del
cantautore Stefano Piccagliani. Il suo genere a tratti
davvero menestrellesco stile Venditti prima maniera,
poco adatto alla circostanza, e' fischiato dal pubblico
troppo impegnato a fare la "ola" e a contestare quelle
parti dello stadio che non rispondevano adeguatamente
2.
Ore di attesa tra panini e carezze, nessuno realizza
il rischio corso dalla kermesse del loro idolo per
il limite ai decibel. Ma la polemica non e' finita
I fan: "Nel tempio del calcio sei il
fuoriclasse"
E lui: "Mi piacerebbe gridare sotto
le finestre dei bacchettoni". Canti, balli e tanta
voglia di giocare
MILANO e non avessero dissequestrato
il palco di Vasco, ci avremmo pensato noi a farlo,
dopo aver buttato giu' i cancelli dello stadio". Piu'
che minacciose suonano sarcastiche le parole che i
fan di Vasco pronunciano ora che il loro idolo e'
li' , al centro del palco a San Siro, a darsi anima
e corpo, come fa sempre quando sta su un palco. L'
emergenza concerto, determinata l' altro ieri dalla
decisione della Procura di mettere i sigilli all'
impianto di amplificazione, in seguito alla denuncia
dell' associazione gruppo Verdi di San Siro, era rientrata
gia' prima di mezzogiorno: l' accusa di superare i
decibel consentiti dalla legge (50 durante il giorno,
40 di sera) e di procurare danno alla quiete pubblica
sembrava svanita. Ed e' stato cosi' che i fan non
hanno avuto neanche il tempo di realizzare quel che
era accaduto, e quindi di temere che la festa rock
potesse essere bloccata, e hanno consumato le tante
ore d' attesa secondo il solito rituale, panini e
bibite, chiacchiere e tenerezze, giochi e urla di
massa. Da registrare qualche svenimento causato dal
caldo, dalla stanchezza o dalla ressa, ma nessun incidente
o atto di vandalismo. Molte le preoccupazioni invece
per Enrico Rovelli, l' organizzatore del tour di Vasco
Rossi, che e' atteso domani mattina nella sede della
Usl di quartiere, dove e' stata presentata la denuncia,
e che durante l' intera serata ha visto all' opera
per il controllo del livello audio i funzionari Usl.
Il concerto si e' svolto sotto la costante minaccia
della sospensione, nel caso che i decibel fossero
stati superiori a 40. E lo erano, per stessa ammissione
del promoter: "Abbiamo preso atto della nuova ordinanza,
ma per fare lo spettacolo noi abbiamo bisogno di utilizzare
51 decibel. Sono pero' sicuro che durante le prove
abbiamo superato solo di 1 decibel il limite d' amplificazione".
E parte al contrattacco: "Comunque, per tutelarci
contro chi vuole ottusamente considerare la musica
rock soltanto rumore, ho gia' chiesto l' autorizzazione
a superare di qualche punto il livello del suono nelle
prossime citta' in cui sbarcheremo in concerto". E
un po' di disappunto si percepisce in Vasco, nonostante
il trionfo assoluto che coglie davanti ai fan in visibilio:
"Per andare in scena senza aver potuto provare, ho
dovuto fare appello al mio senso di responsabilita'
e anche alla mia folle incoscienza. Il rock da' fastidio
ai bacchettoni ipocriti, ai moralisti della domenica:
e meno male che e' cosi' !", dice serio. Poi sbotta,
ironico, il rocker di Zocca: "Potrei dire che per
me e' pericolosa la lirica: se l' ascoltassi mentre
guido l' auto, infatti, rischierei di provocare un
incidente, perche' su di me ha l' effetto di sonnifero".
E ridacchia: "Avete sentito come ho gridato forte?...
Se non mi avessero dato la possibilita' di cantare,
giuro che sarei andato a fare il mio concerto proprio
sotto le finestre di quel signore che ha provato a
mettermi il bastone fra le ruote". Polemica chiusa
(per lo meno fino a domani), la musica di Vasco vince.
Per la gioia dei fan che sono dei ragazzi normali
con tanta voglia di divertirsi e nessuna di farsi
male o di farne agli altri, che ballano e cantano
insieme. Poetici e ironici sono gli striscioni che
sventolano per accogliere l' eroe rock: "Come ogni
volta, Vasco sa farci vivere una serata stupenda";
"Bentornato generale Vasco!"; "Nel tempio del calcio,
sei tu l' unico fuoriclasse"; "Tra Bossi e Berlusconi,
scegliamo Vasco e le sue emozioni". Ai Supporter Sikter
di Sarajevo, le polemiche sui decibel hanno offerto
l' occasione per indirizzare un sonoro "vaffan" .
traduzione del loro nome d' arte . all' indirizzo
di chi non voleva che si svolgesse. Dietro le quinte,
il cantante del gruppo Bure pero' non parla della
guerra rock, ma della guerra appena finita nella sua
citta' : "Siamo arrivati due giorni fa da Sarajevo
dove eravamo rientrati in dicembre dopo sei mesi all'
estero. E ci siamo arrabbiati tantissimo: la solidarieta'
ha lasciato il posto allo stress. Tutti girano armati,
ognuno ha paura dell' altro. Che pace e' questa?".
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3.
LE ALTRE DATE TITOLO:
E per la sua musica riapre il Ferraris
di Genova
"Nessun pericolo... per te", il tour
di Vasco Rossi, approdera' il 18 giugno (dopodomani,
martedi' ) a Genova, allo Stadio Ferraris, che da
molti anni non veniva concesso alla musica. Il 21
sara' a Torino allo Stadio delle Alpi e il 24 a Reggio
Emilia allo Stadio Il Giglio. Il 27 la tourne' e del
rocker di Zocca continua a Roma alla curva sud dell'
Olimpico e il 30 giugno arriva a Scarperia (provincia
di Firenze) all' autodromo internazionale del Mugello.
Il 4 luglio Vasco si esibira' a Cava dei Tirreni (Salerno)
allo Stadio Simonetta Lamberti e il 7 a Udine allo
Stadio Friuli. Per tutte le date sono ancora disponibili
biglietti, che costano 36 mila lire. Ma Vasco Rossi
non chiudera' con Udine: dopo una breve pausa in agosto
continuera' i concerti affrontando spazi da 10 15
mila persone. Nel tour Vasco utilizza un palco di
70 metri, con una profondita' di 25 e un' altezza
di 24. Per trasportare tutte le attrezzature sono
necessari 14 Tir e oltre 600 persone lavorano per
rendere possibili i concerti.
Luzzatto Fegiz Mario, Pozzi Gloria
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