Review
Repubblica — 12 giugno 2001 pagina 10 sezione:
NAPOLI
sorpresa vasco
Un regalo per Napoli da Vasco
Rossi. Un concerto gratuito per mille persone,
anteprima dello «Stupido Hotel Tour», nove concerti
per nove stadi, che partirà da Imola il 16 giugno
e toccherà la Campania soltanto una volta, fermandosi
il primo luglio allo stadio Arechi di Salerno.
Stasera però l' intero show, oltre due ore,
sarà offerto in omaggio a mille fortunati: l'
appuntamento è alle 21.30 all' «Ennenci Club»
di Quarto. I mille biglietti saranno distribuiti
dalle 13 dalle 15 in Piazza Plebiscito dal furgone
di Radio Marte Stereo, l' emittente partenopea
che sponsorizza l' evento. «Sarà difficile non
vederci: il nostro furgone sarà sormontato da
un' enorme cuffia stereo alta dodici metri e
larga otto», spiega Mario Coni, responsabile
della produzione di Radio Marte. «Per ottenere
l' invito basterà che l' aspirante spettatore
ci dia prova di essere un fan mostrandoci un
cd di Vasco o un suo gadget: distintivo, tshirt,
cappellino eccetera». A distribuire i mille
biglietti saranno gli speaker dell' emittente:
Dino Piacenti, Gianluca Manzieri, Max Poli e
Gigio Rosa. E saranno ancora loro a condurre,
dalle 20 su Radio Marte, una diretta dall' «Ennenci»
con i preparativi dell' avvenimento e le interviste
ai fan: da mettere in bilancio, considerata
la popolarità del personaggio, anche un assedio
alla discoteca (che può contenere fino a quattrocinquemila
persone, mentre i fan ammessi al concerto non
potranno essere più di mille). Alle 21.30 Vasco
Rossi salirà sul palco: il 49enne rocker arriverà
direttamente dalla sua abitazione di Zocca,
in Emilia, senza neanche passare da Napoli.
A questo punto la diretta di Radio Marte verrà
interrotta, per poi riprendere subito dopo lo
show di Rossi: il concerto, una vera prova generale
del tour, sarà una rigorosa esclusiva per i
mille fortunati e nessun altro dovrà ascoltarlo.
E sarà proprio lo stesso spettacolo che i fan
campani potranno poi vedere a Salerno, bis esclusi.
Il rocker emiliano sarà accompagnato dai chitarristi
Stef Burns e Maurizio Solieri, dai tastieristi
Frank Nemola e Alberto Rocchetto, dal bassista
Claudio Golinelli, dal sassofonista Andrea Innesto
e dalla corista Clara Moroni. In scaletta tutte
e dieci le canzoni dell' ultimo album «Stupido
Hotel» più gli inevitabili classici: «Vita spericolata»,
«Albachiara», «Sally». Intorno alla mezzanotte,
appena terminato il concerto, riprenderà la
diretta di Radio Marte con un' intervista esclusiva
al cantante. Chiusi di nuovo i microfoni, dieci
fan saranno scelti a caso tra il pubblico e
ammessi alla presenza dell' artista, per un
cordiale incontro in camerino. Un vero e proprio
faccia a faccia con il loro beniamino che risponderà
alle domande dei dieci fortunati, anche le più
spregiudicate. «Non veniamo a Napoli da quattro
anni: l' ultima volta è stato al Neapolis Rock
Festival nell' estate del '97», fanno sapere
dallo staff di Vasco Rossi. «Non potendo fermarci
in città per il tour abbiamo pensato di dare
comunque un segno della nostra presenza, regalando
lo show di stasera ai fan più motivati». Ma
perché il tour 2001 di Vasco non potrà fare
tappa a Napoli? «La città era era affollata
di eventi: troppi concerti tutti nello stesso
posto in pochi giorni», spiega l' organizzatore
Peppe Gomez. «Nell' arco di un paio di settimane
si esibiranno a Napoli Pino Daniele, Ramazzotti,
D' Alessio, Bob Dylan: troppa concorrenza, meglio
spostare l' evento su un' altra città. Poi dobbiamo
anche dire che abbiamo riscontrato un' immediata
disponibilità da parte del Comune di Salerno.
Un atteggiamento ben diverso da quello del Comune
di Napoli».
- ANTONIO TRICOMI
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Repubblica
— 14 giugno 2001 pagina 44 sezione: SPETTACOLI
Vasco, il rock
dannato e doloroso
Prova di concerto davanti a 1.000
persone. Pensando a Imola, sabato prossimo:
100 mila biglietti venduti per un festival che
già nel '98 era stato una piccola Woodstock
italiana e per Blasco una consacrazione. Vasco
Rossi ha tenuto le prove generali di «Stupido
Hotel Live», il nuovo tour, martedì sera all'
Ennennci di Pozzuoli. Una discoteca della periferia
urbana, uno di quei posti dove non è difficile
immaginare notti insonni in salsa «rave». I
fortunati, scelti da Radio Marte, un' emittente
locale, sono tutti assiepati davanti al piccolo
palco, appollaiati sulle pedane d' alluminio
dove abitualmente si esibiscono le cubiste,
arrampicati su tralicci metallici. Vasco e la
band salgono sul palco alle dieci, in un' atmosfera
torrida. Kenny Aronoff, il batterista americano
scritturato per la tournée, inguainato in una
tuta di lurex, sembra uscito fresco fresco da
"Festa per il compleanno del caro amico Harlod",
e invece è uno dei più «virili» e dinamici percussionisti
sulla scena. Ha suonato con John Cougar, Dylan
e Smashing Pumpkins. Ed è arrivato all' appuntamento
con Vasco con un giorno di ritardo. Un permesso
che il «capo» italiano non gli ha potuto rifiutare:
doveva terminare il lavoro di studio per il
nuovo album di Mick Jagger. Vasco attraversa
la scena ciondolante, insaccato nel suo solito
jeans, cercando di acchiappare le dozzine di
mani che gli tendono (che fatica per il servizio
d' ordine evitare che venga trascinato giù dal
palco). Sono ragazzi che hanno trent' anni meno
di lui ma conoscono a memoria anche le canzoni
degli esordi. Qualcuno di loro non era neanche
nato quando nel '78 uscì Ma cosa vuoi che sia
una canzone. A uno regala subito i suoi occhiali,
un altro gli lancia il suo cappello di paglia.
E tutti sono pronti a cantare a squarciagola
anche le nuove canzoni di Stupido Hotel, il
nuovo cd, dal quale esegue nove titoli: tra
cui Stendimi, Quel vestito semplice, Io ti accontento,
con un rap generoso di Diego Spagnoli, Standing
ovation, che diventa una canzone corale, appassionata,
con le voci dei ragazzi che sovrastano quella
di Vasco. Io no, sostenuta dal pubblico in delirio,
diventa un brano glorioso, una piccola rivincita
personale del rocker che giurò a se stesso che
mai sarebbe stato cantautore. Concetto ribadito
con veemenza in Canzone generale, che sceglie
di accompagnare lui stesso alla chitarra (inusuale
per Vasco), presa in giro del «cantautore impegnato»
che si secca quando il pubblico «pretende» di
cantare le sue canzoni durante i concerti. «È
come se prendessi a braccetto Fossati, che ammiro
moltissimo» spiega Vasco «e lo accompagnassi
in mezzo alla gente». Che vuol dire in mezzo
al suo popolo, dove il coro è un principio di
aggregazione, un modo di fare festa. Siamo soli,
dannata, disperata, è l' inno più recente di
Vasco e una delle sue più belle canzoni di sempre.
Cantata in un club, a tutto rock, diventa ancora
più dolorosa. Da questa prima uscita, è evidente
che dal nuovo tour di Vasco sono banditi preziosismi
e raffinatezze. Che questa volta vuole restare
nel cuore del rock, come ai tempi degli Spari
sopra, uno dei numeri più potenti della serata.
Chiude l' ora e mezza di canzoni a raffica,
senza parole secondo il suo stile, con Stupido
Hotel. Poi lo richiamano in scena per Rewind
e Albachiara. Sul palco vola un reggiseno nero.
Vasco lo strapazza un po' , poi lo appende alla
chitarra di Solieri. Nel circo del rock' n'
roll c' è spazio anche per l' intimo.
- GIUSEPPE VIDETTI
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Corriere
della Sera - 12 giugno 2001
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