La
Stampa— 13 aprile 1996
Repubblica
— 13 aprile 1996 pagina 39 sezione: SPETTACOLI E TV
PARTE VASCO ED E' SUBITO ROCK
TORINO - Il rito del rock si è compiuto: ieri sera
dal Palastampa di Torino ha preso il via il nuovo
attesissimo tour di Vasco Rossi. Più di diecimila
persone hanno applaudito, cantato, assecondato per
quasi tre ore il ritorno del guerriero. E Vasco è
stato all' altezza della sua fama: un' attesa di quasi
due anni è stata ricompensata da una lunga lista di
canzoni, vecchie e nuovissime; un guerriero molto
coraggioso, che non ha paura di cantare dal vivo tutti
i brani del nuovo disco ' Nessun pericolo... per te'
, tranne uno: Marea, che dice di aver voluto escludere
"per scaramanzia". E il concerto è iniziato come il
disco: con Un gran bel film, ed è andato avanti, con
momenti più caldi e altri meno incalzanti; anche se
c' è da dire che dal vivo i brani più pacati (uno
per tutti proprio Nessun pericolo) acquistano una
nuova e più forte energia. Torino ha risposto all'
appello del rock, facendo registrare all' organizzatore
(che dal 1984 è Enrico Rovelli) il primo dei dieci
"tutto esaurito". Il nuovo tour di Vasco sarà diviso
in due parti: la prima, che andrà avanti fino al 7
maggio, si svolgerà nei palasport. Il 4 maggio sarà
al Velodromo di Palermo. Dieci concerti in tutto,
per i quali non c' è stata affissione di manifesti
nè pubblicità, e i biglietti sono andati esauriti
nelle prime giornate (alcuni nelle prime ore) di prevendita.
La seconda parte del tour toccherà invece gli stadi,
alcuni dei quali hanno una capienza di 60 mila persone:
il 15 giugno San Siro, il 18 sarà aperto per la prima
volta al rock il Ferraris di Genova, poi il 21 le
Alpi di Torino, il 24 lo stadio di Reggio Emilia e
il 27 l' Olimpico di Roma. Altre date sono in via
di definizione. Un palco essenziale, aperto ai lati
(per permettere di vedere anche dai posti meno strategici),
con casse sospese, quattro torrette di tubi di metallo
alle spalle e un telone sul quale sono proiettati
colori diversi; sulla platea si stendono quattro raggi
che sorreggono un' infinità di luci: ed è proprio
la cura particolare data alla luce che fa del nuovo
concerto di Vasco uno spettacolo potente anche visivamente.
Neanche il pubblico ha deluso le aspettative: un centinaio
di resistenti era accalcato ai cancelli sin da ieri
mattina, aspettando Vasco e godendosi un primo assaggio
d' estate. Tutti giovanissimi, si sono mantenuti in
buona salute, nonostante il caldo, giocando a pallone
e rivisitando per ore il repertorio di Rossi: la più
gettonata è stata Vado al massimo, il coro un po'
sgangherato, ma entusiasta. Si sono persi però uno
striscione srotolato da chissà chi all' interno della
sala e riarrotolato nel primo pomeriggio, durante
le prove del suono, prima che il pubblico entrasse.
Diceva: "Né Zucchero, né Jovanotti, né quel panzone
di Pavarotti". In compenso il primo (fatto con i titoli
delle nuove canzoni) ad essere srotolato in platea
è stato: "Vasco, nessun pericolo per te, noi non ti
escludiamo". Era opera di Jimmy e Fulvio, fierissimi:
erano davanti al Palastampa alle 8 e mezzo della mattina.
- LAURA PUTTI
Il Tirreno 14-04-1996
Nazione
14-04-1996
Repubblica
— 14 aprile 1996 pagina 39 sezione: SPETTACOLI
E TV
VASCO: BASTA CON LA VITA SPERICOLATA
TORINO
Vasco parla ai giovani, Vasco è uno
dei pochi (o tanti?) messia del nostro secolo, Vasco
è l' alternativa ai dibattiti elettorali, alle caramelle
televisive, ai Sanremo riproposti in tutte le salse.
Vasco sale sul palco senza dire una parola: il messia
non parla mai ai suoi fedeli, loro lo seguono a prescindere.
E il dibattito nel sudato parterre del Palastampa
di Torino, dal quale venerdì scorso ha preso il via
il tour di Rossi, si fa acceso. Sandro e Gea contro
tutti. Loro seguono il carrozzone di Vasco Rossi da
almeno quattro anni. Si fanno tutti i concerti del
nord. Sandro ha 25 anni, Gea 29. Lei ha un bambino
che ha lasciato a Milano e che ritroverà tra una settimana.
Lui si è preso le ferie. Sandro e Gea hanno già visto
i due concerti svizzeri, meno affollati delle abbondanti
diecimila persone del Palastampa, con i quali Vasco
ha rodato il suo spettacolo. La voce si diffonde presto:
lì in platea ci sono due che dicono che Vasco non
è più come un tempo. Il dibattito è accesissimo. "Che
vuol dire che era meglio ' Gli spari sopra' ? ' Nessun
pericolo...' è nato da due anni di sofferenza, naturale
che sia più calmo" dice un ragazzotto già sudatissimo.
"Non ho detto che non mi piace, anzi, mi piace moltissimo,
dal vivo è sempre grande. Però mi pare che non riesca
a trovare una strada, forse ci vorrà del tempo" dice
Gea. Lo seguirete ancora? "E chi lo molla? Chi se
non lui può parlare per noi?". E lui, il vate, sale
sul palco alle nove e un quarto. Attacca con Un gran
bel film, e canta: "In questo mondo di fenomeni, di
gente pronta a uccidersi, io un fucile ce l' ho, lo
tengo sotto il letto". Niente violenza, ragazzi, però
se ci provocano... Canta di cose dure da vivere, "Però
io perderò questa partita qui, lo so finirà così...",
del sopportato, "Mi ricordo che mi si escludeva, dicevano
che qui c' era poco posto... ma sono ancora qui",
e di quello che ancora c' è da sopportare, "Quello
che so è che dentro di me non risucirò più a rimanere
stabile". Canta di Sally "già punita per ogni sua
distrazione o debolezza", e delle altre: Non appari
mai, Delusa, poi le vecchie Colpa d' Alfredo, Va bene,
va bene, La noia, C' è chi dice no, Gli spari sopra
fino a Gli angeli, la pensosa canzone del nuovo disco
della quale vedremo presto il video girato da Roman
Polanski. Vasco e la band sono vestiti di nero. Nero
il palco, con torrette metalliche e un impianto luci
questa volta veramente curato. Alla sua destra Massimo
Riva, chitarra dalla straordinaria presenza scenica,
che però stavolta, forse per lasciare più spazio a
Steve Burns, è un po' arginato e fa giri concentrici
come Napoleone a Sant' Elena. Burns, chitarra rock
già tra le fila di Alice Cooper, gilet di pelle nera
su torso nudo, si lancia in assoli tostissimi e pose
plastiche a centro palco. Vasco corre meno del solito,
esibisce ogni tanto la sua famosa andatura laterale
da granchio, sembra molto concentrato. Nell' area
vip lo applaudono un po' di Juventus, con Tacconi
in testa, poi Alberto Tomba, il collega Biagio Antonacci.
Il concerto finisce in gloria con i grandi successi
di un tempo: Fegato spappolato, Bollicine, Vivere,
Siamo solo noi che diventa Siete solo voi, quasi a
indicare il passaggio del testimone, Vita spericolata,
Non siamo mica gli americani e una splendida Albachiara
di forte sapore rock. In camerino Vasco, in accappatoio
bianco dello yacht club di Portofino, non sembra stanco.
Che cosa è successo? Si è chiamato fuori? "Sono diventato
disciplinato, ho 44 anni, e allora canto ' siete solo
voi' . D' altronde sono i capi della rivoluzione che
seguono il loro popolo, non il contrario, come invece
sembrerebbe". E la vita spericolata? "E' una bella
fotografia del passato, è un momento che mi piace
ricordare". Allora il futuro è la via acustica tracciata
da Springsteen. "Può darsi, ma per ora non ci penso.
Il Boss doveva riconciliarsi con se stesso e con il
suo pubblico. A me le emozioni ancora non mancano".
- di LAURA PUTTI
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Stampa— 10 aprile 1996
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