Bootleg
The quality of this bootleg CD is average, recorded
in the crowd where you can taste and hear the excitement!!
CD 1 (54m54)
Stendimi
Quel vestito semplice
Ieri ho sgozzato mio figlio
Io ti accontento
Stupendo
Colpa d’Alfredo
Sono ancora in coma
Tu vuoi da me qualcosa
La nostra relazione
Canzone
Standing ovation
Ti prendo e ti porto via
CD2 (79m25)
Perché non piangi per me
Io no
Siamo soli
Sally
Gli spari sopra Delusa
Mi si escludeva
Canzone generale
Stupido hotel
Bollicine
Rewind
Vivere
Ridere di te
Vita Spericolata
Albachiara
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concert ticket type 2
Source/fonte: "Vasco Rossi...e poi, voi" - Francesco
Corbetta
|
La
Stampa
Dal
http://www./digilander.libero.it/axllic/concerti/190601.htm
GRANDISSIMO VASCO, COME SEMPRE! NELLA SPLENDIDA CORNICE
DELLO STADIO DI TORINO HA DATO VITA AD UN CONCERTO MEMORABILE,
LUNGHISSIMO (3 ORE PER 26 CANZONI), PIENO DI EFFETTI SPECIALI
E LUCI LASER, MA CON AL CENTRO COME SEMPRE SOLO LA MUSICA
E L'AMORE DEL PUBBLICO VERSO IL BLASCO. L'AVVENTURA COMINCIA
PRESTISSIMO NEL CALDO POMERIGGIO PER ME, KATIA, ILARIA,
MARCO, SILVIA E SILVIETTA. PER ME QUESTO E' UN CONCERTO
PARTICOLARE PERCHE' SONO IN PIENA CRISI E MI DARA' LA FORZA
PER CAPIRMI DEFINITIVAMENTE. SULL'AUTOSTRADA MILANO - TORINO
NON SI VEDONO ALTRO CHE MACCHINE E PULMINI DI GIOVANI CHE
ASCOLTANO UN CD DI VASCO A TUTTO VOLUME VESTITI CON FASCE
E MAGLIETTE DEL NOSTRO IDOLO! E' IMPRESSIONANTE SOPRATTUTTO
AL CASELLO QUANDO LA GENTE SI METTE A CANTARE IN CORO UNA
CANZONE! PER NON PARLARE DELLA CODA ALL'USCITA DELLO STADIO,
TANTO CHE SIAMO ARRIVATI ALLA BARRIERA DI MILANO ALLE 4.00
DEL MATTINO VERAMENTE PROVATI MA CONTENTI! IL DELLE ALPI
E' STRACOLMO IN OGNI ORDINE DI POSTO, SIA SUL PRATO (NOI
SAREMO ALLA FINE MOLTO AVANTI) CHE SULLE TRIBUNE E LO SPETTACOLO
NON LASCIA CHE A BOCCA APERTA. IL PALCO E' ENORME E STUPISCONO
SOPRATTUTTO LE LUCI, IMPRESSIONANTI PER POTENZA E NUMERO.
IL CONCERTO E' IL SOLITO FENOMENALE SHOW DI VASCO, DURANTE
IL QUALE VENGONO PROPOSTE TUTTE LE CANZONI DELL'ULTIMO LP
STUPIDO HOTEL E TUTTI I CLASSICI DEL BLASCO, MA ANCHE PEZZI
CHE DAL VIVO SONO SUONATI MOLTO RARAMENTE. NESSUNO DEI MUSICISTI
O LO STESSO VASCO SI RISPARMIA E LA SERATA PASSA VIA VELOCEMENTE
MALGRADO IL CALDO AFRICANO E LA RESSA TALVOLTA INSOPPORTABILE!
SETLIST
Stendimi
Quel vestito semplice
Ieri ho sgozzato mio figlio
Io ti accontento
...Stupendo
Colpa d'Alfredo
Sono ancora in coma
Tu vuoi da me qualcosa
La nostra relazione
Canzone
Standing ovation
Ti prendo e ti porto via
Perchè non piangi per me
Io no
Siamo soli
Sally
Gli spari sopra
Delusa
Mi si escludeva
Canzone generale
Stupido hotel
Bollicine - 1° bis
Rewind - 1° bis
Vivere - 1° bis
Vita Spericolata - 2° bis
Albachiara - 2° bis
Repubblica
— 20 giugno 2001 pagina 7 sezione: TORINO
Sessantamila per la rockstar al Delle
Alpi
Potete odiarlo, potete fregarvene, fa venire i brividi.
«Mi chiamo Sabrina, ho 28 anni e sono un' impiegata. Il
primo sogno della mia vita è riuscire ad arrivare sotto
il palco (ce la faremo, vero Dani?), il secondo è fare un
mucchio di soldi. Vasco per me è il contrario di Baglioni.
Mi piace un casino perché è ribelle, vorrei essere come
lui, diversa da tutti gli altri». Mentre Sabrina si racconta
dietro agli occhiali da sole con le lenti azzurre - chi
non li ha da queste parti è fuori dal mondo - il ribelle
è dietro il palco che si mangia un piatto di spaghetti al
pomodoro, unica richiesta particolare per le ore di raccoglimento
e concentrazione che precedono il concerto. Che poi più
che un concerto è un rito laico, una festa felice, una storia
di popolo. Sono le sei di sera. I ragazzi srotolano gli
striscioni: «Non importa se la vita sarà breve, noi vogliamo
godere, godere, godere». Rime facili: «Beinasco per Vasco».
Dichiarazioni romantiche ripiegate su stesse: «Se la tua
musica fosse un sentimento, ti diremmo ti amo». In arrivo
la più grande rockstar italiana, per qualcuno l' unica.
Torino la fredda sa essere capace di accoglienze calorose.
Infatti Vasco dice soltanto questo: «Qui sono come a casa,
in questa città solo concerti memorabili». E non è retorico.
Di rock nel camerino ci sono i biscotti vicini alla bottiglia
di whisky, la birra, i pistacchi, la frutta fresca, confusione,
creatività, inquietudine. C' è l' uomo di fiducia che veglia
sul raccoglimento dell' artista: è soprannominato Roccia,
fa la guardia del corpo, l' autista, il factotum del Blasco.
Stanno arrivano in sessantamila, molti più che per la Juventus
in corsa per lo scudetto di domenica scorsa. Nel frattempo
una cosa è chiara: il popolo del Vasco non si vergogna di
esibire la pancia. Anche chi ne ha una di taglia extralarge
la tira fuori con noncuranza e ci beve sopra un «bel birrozzo
formato familiare». Sul prato Delle Alpi è un tripudio di
ombelichi, canottierine minuscole, reggiseni push up, signorine
accaldate e ragazzi con il petto depilato in perfetta osservanza
del modello Taricone. Facce da conquista. Facce sperse.
Sara urla nel telefonino: «Dove cazzo siete finiti?». Lo
speaker urla nell' impianto: «Non accalcatevi, sdraiatevi,
state tranquilli, se volete fate l' amore, ma non accalcatevi
che è ancora troppo presto». Tensione erotica, relax familiare,
svacco totale. Tutto si mischia, e diventa una cosa sola.
Salami che spuntano dagli zaini, cartine di prosciutto che
saltano fuori dai marsupi. Un ragazzo ha in mano una tanica
di benzina da cinque litri piena di birra scura doppio malto.
Chi non si è organizzato paga: un ghiacciolo quattromila,
un cestino di popcorn cinquemila lire. «Mi chiamo Paolo,
ho 32 anni, gestisco un pub a Santa Rita. La forza di Vasco
è che usa un linguaggio semplice e diretto, parla delle
cose di tutti senza ipocrisie. Io credo che il suo segreto
sia proprio questo: saper esprimere i sentimenti e le incazzature
della gente normale». Ci sono due parole che ritornano molto
spesso. Una è normalità. L' altra è il suo contrario in
varie sfumature. «Io sono Luca, del ' 77, vivo a Nichelino
e studio Economia e Commercio. Nelle sue canzoni Vasco parla
di una vita sregolata che è bella da vivere. Io vorrei essere
così, ma non lo sono fino in fondo» . Chissà se sapessero
che il signor Rossi lunedì è andato a mangiare alla «Spada
Reale» di via Principe Amedeo e ha ordinato uova di quaglia.
Ma il piatto preferito di Vasco - giurano quelli che lo
conoscono bene - è il riso o la pasta con il sugo rosso.
Nessuna stravaganza. E poi ad ogni cena, ad ogni ristorante,
esce dall' albergo accompagnato solo dal suo gruppo e finisce
immancabilmente per sedersi a tavola anche con qualche ammiratore
incontrato sulla strada. È successo anche nei suoi giorni
torinesi. Vasco Rossi è un catalizzatore di entusiasmi.
Hit parade delle canzoni preferiti dal popolo del Vasco:
Alba chiara, Gli angeli, Una canzone per te, Siamo solo
noi. «Mi chiamo Valeria ho 27 anni, faccio la mastra elementare
precaria a Pettinengo, un paesino vicino a Biella. Vasco
piaceva anche a mia madre, questo per dire come l' ho conosciuto.
Ma riesce ad essere sempre precisamente dentro al tempo.
Parla ai giovani di oggi come a quelli di dieci anni fa.
Parla della vita. Io faccio ascoltare le sue canzoni ai
miei allievi. Quest' estate niente vacanze, vado in Toscana
con i bambini delle colonie Fiat. Vasco è così: vita, amore,
bambini, casini» . Luca, 25 anni, tecnico elettronico, aggiunge:
«Secondo me è il migliore perché tira di bamba». Poi però
non vuole approfondire l' argomento. Ma davvero non sembra
esserci nulla di maledetto da queste parti: sulle gradinate,
sotto al palco e nelle ultime file. Ci sono persone semplici,
niente fighetti, niente snob: l' oggetto di culto è la bandana
intorno alla testa con il nome del rockstar, il massimo
del fuori moda e del romantico. «Mi chiamo Federica, ho
19 anni, faccio l' impiegata. Vasco è il migliore perché
ha una voce spettacolare, il mio liquore preferito è la
crema di wisky, ma se devo ubriacarmi mischio tutto. Quest'
estate vado in campeggio con i mie amici nel sud della Spagna,
suoniamo le sue canzoni alla chitarra. Questo è il terzo
concerto che vedo». L' unico vip annunciato e presente è
Piero Chiambretti, un ammiratore e un amico. Il resto sono
ragazzi e ragazze che si baciano e si abbracciano, che cantano,
si emozionano e si sentono insieme. Ci sono anche ragazzi
di quarant' anni. Hanno gli occhi rossi quando il Vasco
canta «voglio una vita spericolata». Stringono le mani di
mogli ingrassate a fare il sugo e tirare avanti. È andata
così.
- NICCOLO ZANCAN
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